Monticchiello, Italia 1° luglio - 30 agosto 2016
Lo spopolamento dei borghi, la scomparsa delle tradizioni, della famiglia e degli oggetti legati alla vita contandina sono alcuni dei temi trattati dal Teatro Povero di Monticchiello che, nel breve spazio-tempo della sue rappresentazioni, fa rivivere momenti del passato, guarda al presente e cerca di proiettarsi in un futuro che resta incerto lasciando, nel finale, i personaggi e gli spettatori con un interrogativo, una domanda nel tentativo di trovare delle risposte ai problemi del quotidiano ma anche a questioni più ampie sul senso della vita, « dove » e « come » stiamo andando, sul trascorrere incessante e sempre più rapido del tempo. Le mie sculture in rete metallica, con la loro trasparenza, si presentano allo spettatore come delle ombre di qualcosa che c'era, che ha lasciato la sua impronta, oppure come delle apparizioni di qualcosa che immaginiamo sarà. Una presenza sfumata e discreta, un'idea, un pensiero o un'immagine che attraversano la mente lasciando un dubbio, una domanda. Lo spettatore è immerso dunque in uno scenario reale e concreto, quello della piazza, ma la sua vista è stimolata a vedere oltre il reale e il presente, a guardare indietro o avanti a seconda della sua propria percezione e interpretazione delle cose. Le sculture accompagnano e trasformano lo spettatore in un viaggiatore sospeso in un tempo indefinito tra passato, presente e futuro. Di fronte all' « apparizione » di personaggi, animali, oggetti, lo spettatore sarà forse invogliato a volerne « scoprire » altri, a cercare e guardare meglio per trovare. Il processo di ricerca visiva si trasforma in percorso della mente che s' immerge nei suoi ricordi o si proietta in un possibile futuro. La famiglia, i bambini che giocano, gli animali fanno parte dell'immaginario collettivo, lo spettatore puo' ritrovare qualcosa di sé. Una scena vista spesso in questi luoghi dove la gente ha il piacere d'incontrarsi per chiaccherare e scambiarsi opinioni, per stare « a veglia » la sera dopo cena e raccontarsi la giornata. Il gatto protagonista di tante storie. Gatti che vanno, vengono, non si sa bene di chi siano ma tutti se ne occupano. Gatti che, un giorno all'improvviso, non ci sono più e lasciano dietro di loro tanti racconti che si trasformano ogni volta che vengono trasmessi in favole e misteri. La porta del borgo ospita ipotetici guardiani, osservatori discreti del va' e vieni della gente e memori delle persone che hanno costruito e fatto vivere il borgo. Testimoni impotenti di tanti conflitti e tragedie scampate, custodiscono la soglia di un mondo antico carico di storie e racconti. Viaggiatori nel tempo e nello spazio.